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SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA) E MALATTIE DEI MOTONEURONI: LA RIABILITAZIONE.

Le malattie dei motoneuroni rappresentano un gruppo di patologie neurologiche progressivamente debilitanti che coinvolgono i motoneuroni, le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli volontari.
Tra queste, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una delle più diffuse e devastanti con un tasso di sopravvivenza di pochi anni dalla diagnosi.


Approfondiamo la natura della SLA e delle malattie dei motoneuroni, concentrandoci sulle sfide che presentano e sugli approcci innovativi nella riabilitazione per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Che cos’è la SLA?

La Sclerosi Laterale Amiotrofica o morbo di Lou Gehrig è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce specificamente i motoneuroni, le cellule nervose responsabili della trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli volontari. Questo coinvolgimento dei motoneuroni nel cervello e nel midollo spinale porta a una perdita graduale della capacità del corpo di muoversi e, alla fine, di funzionare in modo autonomo.

 

Quali sono le cause?

La causa esatta della SLA rimane ancora sconosciuta, ma una combinazione di fattori genetici e ambientali è stata suggerita come possibile origine della malattia. Solo circa il 5-10% dei casi di SLA è attribuibile a una componente genetica ereditaria, mentre la maggior parte dei casi si verifica in modo sporadico senza una chiara predisposizione familiare.

Dal punto di vista patologico, la SLA è caratterizzata dalla presenza di aggregati di proteine anomale, in particolare la proteina TDP-43, all’interno dei motoneuroni. Queste aggregazioni possono interferire con le normali funzioni cellulari e portare alla degenerazione neuronale.

Quali sono i sintomi della SLA?

I sintomi iniziali della SLA spesso sono:

  • debolezza muscolare
  • crampi
  • difficoltà nella parola e nella deglutizione

La progressione della malattia varia da persona a persona, ma in genere si verifica una degenerazione continua dei motoneuroni, portando a una crescente disabilità fisica. La funzione respiratoria è spesso compromessa, e in molti casi, la SLA risulta fatale a causa delle complicanze legate alla respirazione entro pochi anni dalla diagnosi.

Come si effettua la diagnosi si SLA?

La diagnosi di SLA può essere complessa in quanto non esiste un test specifico per confermare la malattia. Gli esami diagnostici si basano su un’approfondita valutazione clinica, esclusioni di altre possibili cause di sintomi simili e test neurofisiologici.

Attualmente, non esiste una cura per la SLA, e il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sull’ottimizzazione della qualità della vita del paziente. Terapie farmacologiche possono essere prescritte per ritardare la progressione della malattia, ma non arrestano la sua evoluzione.

Le malattie dei motoneuroni

Oltre alla SLA, esistono diverse altre malattie dei motoneuroni, ciascuna con caratteristiche uniche ma condividendo il tratto comune della progressiva perdita di funzione muscolare. La sclerosi laterale primaria (PLS), l’atrofia muscolare spinale (SMA) e la paraplegia spastica ereditaria sono solo alcune delle condizioni che rientrano in questa categoria. Nonostante le differenze specifiche, queste malattie richiedono un approccio globale e personalizzato nella gestione e nella riabilitazione.

L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA)

L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) è una malattia genetica rara caratterizzata dalla degenerazione progressiva dei motoneuroni nel midollo spinale, portando a una perdita di controllo muscolare volontario. La SMA è eterogenea in termini di gravità e sintomi, con diverse sottoclassi basate sulla gravità dell’affezione.

La SMA è causata da mutazioni nel gene SMN1 (Survival Motor Neuron 1) che porta a una carenza critica di una proteina chiamata SMN (Survival Motor Neuron). Questa carenza influisce negativamente sulla sopravvivenza e sulle funzioni dei motoneuroni, portando alla progressiva atrofia muscolare. Le diverse tipologie di SMA includono SMA di Tipo I, II, III e IV, con il Tipo I associato a una grave forma infantile e il Tipo IV a una forma adulta più lieve.

I sintomi della SMA variano in base al tipo e alla gravità della malattia. Nei casi più gravi, i bambini possono manifestare debolezza muscolare, difficoltà nella suzione e nella deglutizione, insufficienza respiratoria e difficoltà nella postura. Nelle forme più lievi o negli stadi più avanzati della malattia, i sintomi possono includere perdita della forza muscolare, difficoltà nella deambulazione e problemi respiratori.

La Sclerosi Laterale Primaria (PLS)

La Sclerosi Laterale Primaria è una malattia neurodegenerativa rara che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare i motoneuroni nel cervello. A differenza della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), la PLS colpisce solo i motoneuroni superiori, quelli presenti nel cervello, senza coinvolgere quelli nel midollo spinale. La PLS è caratterizzata da una progressiva degenerazione di questi motoneuroni superiori, portando a disturbi motori e, in alcuni casi, compromissione della parola.

La causa esatta della PLS non è completamente compresa, ma si ritiene che coinvolga una combinazione di fattori genetici e ambientali. La predisposizione genetica sembra giocare un ruolo, e in alcuni casi, la malattia può essere associata a mutazioni genetiche specifiche.

I sintomi tipici della PLS includono:

  • debolezza muscolare
  • spasticità (rigidezza muscolare)
  • difficoltà nella coordinazione
  • alterazioni nella parola. 

A differenza della SLA, la PLS non comporta una perdita completa della funzione muscolare e il coinvolgimento delle vie respiratorie è molto meno comune. La progressione della PLS è solitamente più lenta rispetto alla SLA, e la sopravvivenza media è più lunga.

Gli aspetti psicosociali delle malattie dei motoneuroni.

Le malattie dei motoneuroni non colpiscono solo il corpo, ma hanno un impatto significativo anche sul benessere emotivo e psicologico dei pazienti e dei loro caregiver. La prospettiva di una malattia progressiva e incapacitante può generare ansia, depressione e sfide emotive notevoli. 

Pertanto, il supporto psicologico e sociale è un componente essenziale della gestione della SLA.

La riabilitazione delle malattie dei motoneuroni.

La gestione delle malattie dei motoneuroni, compresa la SLA, presenta sfide importanti per i professionisti della salute e i caregiver. La progressione inevitabile della malattia rende essenziale una pianificazione a lungo termine, concentrandosi sull’adattamento alle nuove esigenze fisiche e sulla promozione dell’autonomia. 

La perdita di funzionalità muscolare e la possibile compromissione delle vie respiratorie richiedono un approccio olistico, coinvolgendo fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali e altri professionisti sanitari.

La fisioterapia è spesso utilizzata per mantenere la mobilità e prevenire le deformità muscolari, mentre la terapia occupazionale mira a migliorare l’autonomia quotidiana.

Mobilizzazione e Chinesiterapia.

Un elemento chiave nella riabilitazione della SLA è la mobilizzazione. Questa può essere attiva, attiva-assistita o passiva e mira a prevenire retrazioni muscolo-tendinee e rigidità articolari, che possono portare a dolori e limitazioni funzionali. 

Un programma quotidiano di mobilizzazione, abbinato al mantenimento di posizioni corrette a letto, seduti o in piedi, è fondamentale per ovviare a questi inconvenienti.

Parallelamente, la chinesiterapia gioca un ruolo importante, seguendo due regole fondamentali: non superare la soglia dell’affaticamento e del dolore.
È essenziale ascoltare il proprio corpo e interrompere l’attività se si manifestano segni di fatica eccessiva. Questo approccio aiuta a mantenere la forza muscolare senza sovraccaricare i muscoli già compromessi dalla malattia.

La riabilitazione respiratoria.

La riabilitazione respiratoria rappresenta un pilastro fondamentale nel trattamento delle patologie dei motoneuroni, quali la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), dove la progressiva debolezza muscolare può compromettere anche i muscoli coinvolti nella respirazione.
Questo approccio terapeutico si concentra su:

  • miglioramento della funzione respiratoria
  • aumento della tolleranza all’esercizio
  • riduzione dei sintomi respiratori

migliorando così la qualità della vita dei pazienti.

Uno degli aspetti chiave della riabilitazione respiratoria è l’educazione del paziente. È essenziale che il paziente comprenda le proprie condizioni, impari a riconoscere i segni di difficoltà respiratoria e sappia come gestirli efficacemente.
I professionisti sanitari forniscono preziose informazioni su come mantenere le vie aeree pulite, su tecniche di respirazione efficaci e sull’uso corretto dei dispositivi di assistenza respiratoria, se necessario.

Le tecniche di respirazione giocano un ruolo cruciale. La respirazione diaframmatica, per esempio, aiuta a rafforzare il diaframma e a migliorare l’efficienza respiratoria. Esercizi di espansione toracica e di tosse assistita sono altrettanto importanti per prevenire le complicazioni polmonari e mantenere le vie aeree libere da secrezioni.

La riabilitazione respiratoria può anche includere l’uso di dispositivi di assistenza respiratoria non invasivi, come la ventilazione a pressione positiva (NIV), per supportare i pazienti con insufficienza respiratoria. Questi dispositivi aiutano a mantenere adeguati livelli di ossigeno nel sangue e a ridurre il lavoro dei muscoli respiratori, migliorando notevolmente la qualità del sonno e della vita quotidiana dei pazienti.

Infine, il supporto psicologico è un componente essenziale della riabilitazione. Affrontare una malattia dei motoneuroni può essere estremamente impegnativo, non solo fisicamente ma anche emotivamente. Il supporto psicologico aiuta i pazienti e le loro famiglie a gestire lo stress, l’ansia e la depressione che possono accompagnare la malattia.

Riabilitazione per la disfagia.

Il ruolo del logopedista nel trattamento della disfagia, ovvero la difficoltà nel deglutire, nei pazienti affetti da patologie dei motoneuroni è di fondamentale importanza. Queste condizioni neurodegenerative, che colpiscono i neuroni responsabili del controllo dei muscoli, possono compromettere severamente la capacità del paziente di mangiare e bere in modo sicuro, aumentando il rischio di malnutrizione e polmonite da aspirazione.

Il logopedista, specialista nel trattamento dei disturbi della comunicazione e della deglutizione, gioca un ruolo cruciale nell’identificazione precoce della disfagia e nella gestione dei suoi effetti. Attraverso una valutazione dettagliata, il logopedista determina il grado di disfagia e le specifiche difficoltà del paziente, che possono variare dall’incapacità di iniziare la deglutizione alla fatica nel trasferire il cibo dalla bocca allo stomaco.

Sulla base di questa valutazione, il logopedista sviluppa un piano di trattamento personalizzato che può includere:

  • esercizi specifici per rafforzare i muscoli coinvolti nella deglutizione
  • tecniche per modificare la consistenza degli alimenti
  • strategie per adattare la postura durante l’alimentazione

Questi interventi sono progettati non solo per migliorare la sicurezza e l’efficacia della deglutizione, ma anche per garantire che il paziente mantenga un’adeguata nutrizione e idratazione.

Inoltre, il logopedista svolge un ruolo educativo, informando pazienti e familiari sulle strategie sicure di alimentazione e sui segnali di allarme della disfagia, per prevenire complicanze come l’aspirazione. Questo supporto estende la sua importanza anche al benessere emotivo e psicologico del paziente, promuovendo l’autonomia e migliorando la qualità della vita.

Riabilitazione della comunicazione.

La riabilitazione della comunicazione rappresenta un aspetto cruciale nel trattamento dei pazienti affetti da patologie dei motoneuroni che possono portare a significative difficoltà nella parola e nella capacità di comunicare efficacemente. 

Il logopedista svolge un ruolo centrale anche in questo ambito, lavorando a stretto contatto con il paziente per preservare e ottimizzare le sue abilità comunicative nel corso della malattia.


La valutazione logopedica iniziale mira a identificare le specifiche problematiche comunicative del paziente, che possono variare da lievi difficoltà nell’articolazione delle parole a sfide più complesse nella formazione dei suoni e nella gestione del flusso dell’aria. Sulla base di questa valutazione, il logopedista elabora un piano di trattamento personalizzato, che può includere esercizi per mantenere il più a lungo possibile l’uso efficace dei muscoli coinvolti nella parola, strategie di comunicazione alternativa e l’utilizzo di ausili tecnologici.


Gli ausili per la comunicazione svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere la capacità del paziente di esprimersi, anche quando la parola diventa troppo difficile. Questi possono variare da semplici tavole di comunicazione a dispositivi elettronici avanzati che consentono la comunicazione attraverso la selezione di simboli o testo. L’integrazione di queste tecnologie nella vita quotidiana del paziente richiede un approccio personalizzato e spesso un’adeguata formazione per il paziente e i suoi caregiver.

La riabilitazione della comunicazione non si limita al miglioramento delle capacità espressive del paziente, ma include anche strategie per facilitare la comprensione reciproca tra il paziente e i suoi interlocutori. Il logopedista può fornire consigli pratici ai familiari e ai caregiver su come adattare il loro modo di parlare e su come creare un ambiente favorevole alla comunicazione, riducendo così frustrazione e isolamento per il paziente